Il Natale é un abbraccio

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Nella mia piccola casa di Torino, prima di partire per raggiungere la mia famiglia, ho fatto il Presepe. Niente cielo stellato, né muschio sintetico, né alluminio per simulare fiumi e laghetti. Al centro solo una piccola statuina di legno in cui Gesù, Maria e Giuseppe sono stretti dentro un unico abbraccio, “chiusi in un miracolo”, direbbe Cremonini.  Io non potevo sapere allora che il Natale -il mio Natale- sarebbe stato sinonimo di abbraccio, di braccia aperte. Che donano, che stringono, che sostengono.  Che in quell’intreccio aprono brecce nuove e scrivono storie nuove. Il Natale pone tutti e tutto, consapevolmente o inconsapevolmente, sotto una luce nuova: ogni cosa viene sigillata da un rintocco che segna un “prima” e da un battito nuovo che segna un “dopo”. Dopo non é più lo stesso, anche se non te ne accorgi, anche se ancora non lo sai… Dopo quell’abbraccio, tu sei una persona nuova.

Dopo…

Dopo l’abbraccio di mio padre che mi ha baciata in fronte, come si fa coi bambini; dopo l’abbraccio di mia madre che mi ha detto :«E cosa ci sto a fare io qui, altrimenti?»; dopo le mani di mia sorella, seduta ai piedi del mio letto, che ha spartito con me un dolore invisibile ma pesantissimo; dopo il messaggio di Ornella, che mi ha ricordato che la vita é buffa, beffarda ed ironica quanto basta ed ha aggiunto “che fortuna, in questa vita, esserci incontrate”; dopo le parole di Francesco, che a km di distanza, mi ha ricordato che la speranza é come la tela di Penelope che a volte verrebbe voglia di scucire in un istante, perchè di gente che complica la nostra speranza il mondo é pieno, ma il Cielo intero tifa e tesse con noi; dopo un bicchiere di vino insieme ad Enzo, che non ha lasciato cadere per terra nemmeno una delle mie parole; dopo Stefania, che mi dice «Ho cucinato e pulito casa, ho dormito un’ora e mi sembra un lusso. Oggi é Natale, sorridi e affidati»;  dopo Giusi, che in macchina mi fa ascoltare “Anche fragile” di Elisa, ricordandomi che Dio stesso é ‘anche’ fragile; dopo aver respirato a gran forza l’odore di Sara e Costanza, quel profumo che solo i neonati sono in grado di emanare.

Dopo tutto questo, io sono una donna nuova.

Oggi guardo la foto che ho fatto al mio piccolo Presepe, e come un martello mi picchia in testa una Parola: «Ci é stato dato un figlio». Dopo la nascita di un figlio, niente é più come prima. Chi ha avuto il privilegio di diventare madre lo sa.

Dopo la nascita del Figlio, la vita cambia per sempre… diventa abbraccio, miracolo fragile ma continuo.

2 pensieri su “Il Natale é un abbraccio

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