Occhio che vede, cuore non duole!

5245891759_34362b7b2e_o.jpg

Le lacrime sono ciò che trabocca dal nostro cuore, quel più che non può essere trattenuto, per questo diciamo tante volte “sono scoppiato a piangere”. A dirotto, amare, di coccodrillo, le lacrime sono sentimenti e stati d’animo che diventano materia, che innaffiano e irrigano una terra arida che anela ad essere giardino. E se di sale son fatte, esse sono anche il condimento che serve a dare sapore all’umanità e a riscattarla dai fardelli della sofferenza vissuta senza darle un senso, una consolazione, una speranza. Piccoli ruscelli che attendono di essere prosciugati, prima che sfocino in un oceano di disperazione. Le lacrime sono un dono, perché purificano, liberano e svuotano il cuore dai macigni che lo opprimono. “Il paese delle lacrime é così misterioso…” disse il piccolo principe! Certe lacrime sono più eloquenti di mille preghiere. Dice Papa Francesco che le lacrime sono gli occhiali che ci servono per vedere meglio Dio (cfr. Meditazione mattutina, La grazia delle lacrime, 2 aprile 2013).

Conosco un Uomo che sembra avere una predilezione speciale per gli occhi umidi e traboccanti e le guance solcate dalle lacrime. Medico delle anime, bravo oculista all’occorrenza. Le prime parole dette ad una madre -vedova- che ha perso il suo unico figlio sono: «Non piangere» (cfr. Lc 7, 13). Non piangere: sembra una di quelle frasi a buon mercato che si dicono quando non si ha nulla di meglio da dire. Come si fa a dire ad una madre che ha appena perso il suo unico figlio “Non piangere?”. Impossibile, davvero.

 

Continua qui..

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *