Gli uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all’orrore, davanti alla bellezza, e turarsi le orecchie davanti a melodie o a parole seducenti. Ma non potevano sottrarsi al profumo. (P. Suskind, 1985, Il profumo).Tutto questo, evidentemente, lo sapeva bene quella donna, la peccatrice (cfr Lc 7, 37): il profumo non si propone, si impone. Si possono chiudere gli occhi se non si vuole guardare, si stringono i pugni se si decide di non toccare, serrare le labbra se non si vuole assaggiare o comunicare, e anche le orecchie si possono tappare a qualsiasi onda sonora, ma tapparsi le narici é roba di pochi secondi se non si vuole soffocare. Quella donna entrò in dialogo con l’Ospite che tutti volevano far sedere al capo della propria tavola, stappando delicatamente la propria vita tutta racchiusa in un flacone di profumo. Non una goccia, un’intera boccetta ne consumò, in una manciata di minuti. “Uno spreco!- diremmo- ne sarebbe bastato molto, molto meno!“. Ma la vita- ogni vita- ha un valore inestimabile… Il profumo ha una forza di persuasione più convincente delle parole, dell’apparenza, del sentimento e della volontà. Non si può rifiutare la forza di persuasione del profumo, esso penetra in noi come l’aria che respiriamo penetra nei nostri polmoni, ci riempie, ci domina totalmente, non c’è modo di opporvisi(Il profumo, P. Suskind). Con la fantasia di cui solo “certe” donne sono dotate, ella si imbatté nella ennesima trasgressione, forse la più vera della sua esistenza: entrò a casa di uno sconosciuto a capo scoperto e coi i capelli sciolti, la nudità del suo corpo faceva pendant con la nudità del suo cuore. Inizia un dialogo serrato, incalzante, intriso di sentimento ma vuoto di parole. Il linguaggio degli amanti é così: alle parole si antepongono i baci, il contatto fisico, gli sguardi, le lacrime talvolta. Anche stavolta era sicura che avrebbe fatto colpo: l’aveva spiato, aveva già fantasticato su di Lui sul far della sera- quando i volti tesi e contratti si distendono sui morbidi guanciali- spalancando porte su mondi troppo carichi di fantasia per essere narrati anche ai più intimi confidenti.